#ilbasketlivorneselive: TUTTE LE NOVITA' DELLA PALLACANESTRO LIVORNESE SU TWITTER IN TEMPO REALE -- WWW.ILBASKETLIVORNESE.IT -- IL NOSTRO SITO SU TWITTER; IL NOSTRO SITO SU FACEBOOK

mercoledì 27 ottobre 2010

IN AIUTO AD ABDUL JEELANI

Sabato si è svolta, presso la sede della Libertas in via Pera, la riunione tra dirigenti storici, tifosi e appassionati livornesi per aiutare Abdul Jeelani.
In merito alla questione postiamo un articolo del quotidiano "Il Tirreno".

"Il mondo Libertas si muove per aiutare Jeelani
Basket: ma la Lazio gli offre un posto di lavoro con i giovani e lo invita a dicembre a Roma

LIVORNO. Chi l'ha visto danzare sul parquet non poteva rimanere indifferente alla richiesta di aiuto di Abdul Jeelani, ospite in America di un istituto per homeless. Per questo sabato mattina alla riunione convocata in via Pera da Massimo Giusti e Andrea Forti c'era una bella fetta della storia Libertas di quegli anni formidabili. Giorgio Gabriel e Nello D'Alesio a rappresentare i vertici societari, poi diversi tifosi storici (Mauro Grazzini su tutti), personaggi del presente, il dirigente Pielle Stefano Scardigli e, naturalmente, Giancarlo Guidi a fare gli onori di casa. Il capitano e la "pantera rosa" hanno illustrato la situazione e i contatti intercorsi col direttore esecutivo di Halo, la struttura a Racine che ospita Jeelani, e con Azim, il figlio maschio della mano di Maometto. In tutti è emersa la volontà di aiutare concretamente Abdul (anche chi non era presente, come Riccardo Boris, ha garantito il suo apporto), invitandolo a Livorno in vacanza per sottoporgli l'eventualità di un trasferimento di qua dall'oceano in vista di un possibile impiego nel mondo del basket, il grande desiderio espresso dallo stesso Jeelani (oggi 56enne) anche in questo momento di enormi difficoltà personali. Senza lavoro e senza casa. A Forti il compito di attivarsi concretamente con lo stesso Abdul ed il figlio per mettere in moto la macchina organizzativa. In attesa di novità da Livorno enormi passi avanti li ha fatti la S.S. Lazio, società che per prima lo portò in Italia (dal 1977 al 1979), quando si chiamava Gary Cole e non si era ancora convertito all'Islam. Il giovane presidente biancoceleste, Simone Santi, ha stabilito un contatto offrendo a Jeelani un posto di lavoro nel club come direttore tecnico del progetto giovani. La Lazio (che milita in serie D) è molto attiva nel sociale e l'idea di riportare a Roma un simbolo dei tempi d'oro viene cavalcata con ardore. Il primo problema da risolvere è il passaporto: Santi ha attivato la comunità italo - americana (Niaf) e la nostra ambasciata negli Usa affinché in tempi brevi si possa superare questo ostacolo, in modo da inviargli un biglietto aereo prepagato e farlo arrivare nel mese di dicembre a Roma insieme al figlio Azim. A quel punto tutto sarà più chiaro." (articolo tratto da Il Tirreno del 26 ottobre 2010)

BAR24@ILBASKETLIVORNESE.IT WWW.ILBASKETLIVORNESE.IT

Nessun commento: