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giovedì 26 agosto 2010

IL SALUTO DI STOLFI ALLA LIBERTAS LIVORNO

Jacopo Stolfi, dopo 5 anni passati nella Libertas di cui è diventato capitano, ha lasciato la maglia gialloblu per migrare in quel di Empoli per cercare di fare il salto di categoria ed essere lanciato nella pallacanestro che conta.

Postiamo l'articolo del quotidiano Il Tirreno, scritto da Francesco Parducci, in merito alla questione.

"Stolfi, l'ultimo treno verso il basket che conta
«A Empoli per mettermi alla prova, ma con la Libertas nel cuore»

LIVORNO. Anche le bandiere, a volte, si ammainano. Jacopo Stolfi, capitano della Libertas, ha dunque cambiato casacca, accasandosi alla Mazzanti Empoli, in serie B dilettanti. Di tutto odora questa partenza, comunque, meno che di divorzio. Probabilmente soltanto un arrivederci. «Avevo tanta voglia di misurarmi a un piano superiore - racconta il "Martello" - e questa probabilmente era l'ultima occasione». «Sto per completare il mio percorso di studi (giurisprudenza, media voti altissima, alla faccia di chi dice che studio e sport agonistico non possono convivere, ndr) e dall'anno prossimo probabilmente il basket dovrà diventare soltanto uno svago». Una scelta, però, che per mezza estate ha rischiato di diventare un incubo anziché un sogno. «Volendo provare l'ex B2 avevo detto di no a tutte le offerte di serie C, anche a quelle provenienti da società ambiziose. Con Empoli all'inizio c'era stato un malinteso e ai primi di agosto ero ancora senza squadra. Per fortuna poi tutto è andato come doveva». Alla Mazzanti andrà a prendere il posto di Walter Angiolini, accasatosi a Pontedera, una specie di icona di quella società.... «Walter mi ha mandato un bellissimo messaggio, subito, appena ha saputo della firma. Gliene sono grato e farò di tutto per non farlo rimpiangere a società e tifosi. Intanto mi sto allenando duramente, facciamo basket, atletica e piscina. Nell'acqua, in mezzo a tutti quei "terragnoli", sono già da quintetto base abbondante, in campo vedremo. I minuti te li deve sempre guadagnare, in qualsiasi squadra tu sia». Torniamo ai primi di agosto. Se davvero fosse rimasto senza squadra ci sarebbe stata mamma Libertas a riaccogliere il figliol prodigo. «No, non sarebbe stato giusto. Non tanto per orgoglio, ma per rispetto nei confronti di quelli che nel frattempo sono stati chiamati a fare la squadra. Lasciare la Libertas, comunque, non è stato facile, o meglio credevo che lo fosse di più. Poi, quando ho visto il foglio di trasferimento mi è venuto un po' di magone. Ma ho 25 anni, o provavo ora a fare il salto o mai più. Anzi, forse avrei dovuto ascoltare chi mi consigliava di farlo un paio di anni fa. Comunque va bene anche così». Quindi? «Quindi o sarei rimasto fermo in attesa di una chiamata a metà campionato o avrei dovuto trovare una squadra lontana, anche in Sicilia magari da dove arrivano sempre tante richieste». E quale sarebbe stata la scelta? «Facendo un po' arrabbiare i miei, perché lo studio ne avrebbe risentito, sarei andato a giocare, anche ai confini di stato». Giusto così. La toga può attendere. Almeno per un pò." (tratto da Il Tirreno del 25/8/2010)

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