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venerdì 24 aprile 2009

LIVORNO v REGGIO EMILIA: PARLA L'EX ALESSANDRO RAMAGLI

Postiamo un articolo del quotidiano "Il Tirreno" dove viene intervistato il coach di Reggio Emilia, grande ex di turno, il livornese Alessandro Ramagli: "Nella sfida infinita che si ripete sotto i canestri di Livorno e Reggio Emilia, non s’incrocia soltanto il passato di due club che hanno scritto pagine importanti della storia della pallacanestro italiana. Dalla finale playoff 2001 dell’allora A2 che regalò agli amaranto l’ultima promozione per poi andare a ritroso, i duelli sono sempre stati avvincenti. Della contesa citata, il coach della Bielle Sandro Dell’Agnello fu addirittura protagonista sul parquet, anche se con la maglia biancorossa. Ma l’ultima giornata di Legadue sarà speciale anche per Alessandro Ramagli, un altro concittadino che adesso siede proprio sulla panchina dei reggiani targati Trenkwalder. Un livornese contro, proprio nel turno più atteso dell’anno: una giornata che dovrà dipanare la matassa dei dubbi sulla qualificazione ai playoff, legata ai mille incroci di risultati che si verificheranno domenica sera. «Le nostre speranze sono remote e legate ad una combinazione di difficile realizzazione. Ma il primo elemento che si deve verificare affinché questa abbia effetto è legato alla nostra vittoria a Livorno». Ramagli, classe 1964, è cresciuto cestisticamente prima nel vivaio Libertas, poi passò al Don Bosco. E proprio quell’avventura culminò nel passaggio da assistente a head coach in A2, una promozione in corsa dopo la cacciata del collega Michelini reo di aver trascinato la squadra in zona retrocessione. Dal dicembre ’99, malgrado la perdita a catena di pedina importanti come il totem Podestà che venne venduto, Sugar Richardson che si ritirò dal’agonismo e l’infortunio che occorse all’altro americano Myron Brown, Ramagli riuscì in un piccolo capolavoro che per un pelo non si trasformò in impresa: arrivò ad un passo dalla finale promozione. Un aneddoto che il tecnico ha rispolverato per l’occasione con la stampa locale, per gasare l’ambiente alla vigilia di una gara che potrebbe anche girare come una frittata ma in senso positivo una stagione a dir poco deludente per la società del patron Landi. Un club partito come ogni anno con l’obiettivo dichiarato del salto di categoria ed invece trovatosi a soffrire sino alla penultima giornata per evitare matematicamente il rischio retrocessione. «Dopo una stagione così tribolata, l’attenzione più grande era ovviamente rivolta alla sfida di domenica scorsa: lo scontro diretto con Imola per evitare di arrivare a giocarsi la permanenza in categoria con l’acqua alla gola - confessa Ramagli - Per i media che tendevano a sottovalutare l’importanza della prossima sfida, ho rispolverato quel ricordo livornese della mia carriera. La verità è che, pur con le speranze legate ad un filo, siamo professionisti che intendono onorare e chiudere l’anno nel migliore dei modi. Senza avere alcun rimpianto nell’ipotesi in cui, al contrario, quella serie di risultati favorevoli e necessari per la nostra qualificazione dovesse verificarsi sul serio». Già sbancare l’impianto di Porta a Terra non si profila però come un’ipotesi facilmente realizzabile. «Livorno è apparsa in leggera flessione nelle ultime due sconfitte con Jesi e Rimini, ma giocava pur sempre in trasferta - sottolinea l’ex coach di Biella, Pesaro, Treviso e selezionatore degli azzurrini under 18 - Gli amaranto hanno lasciato punti sul proprio campo solo in due occasioni. Il Dna è evidente, si tratta di un gruppo che ha costruito il proprio destino davanti al pubblico amico. Sul piano tattico, dovremo vedere prima quale sarà il materiale umano da poter schierare visto che entrambe le squadre hanno problemi d’infermeria. Ma le motivazioni per fare bene, con il testa a testa in ottica playoff, saranno ancora maggiori».".

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