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lunedì 4 gennaio 2010

L'INTERVISTA DE "IL TIRRENO" A JACOPO GIACHETTI, ULTIMO GIOCATORE USCITO DAL VIVAIO PIELLE, OGGI GIOCATORE DELLA VIRTUS ROMA

Postiamo oggi un intervista rilasciata al quotidiano locale "Il Tirreno", firmata da Renzo Marmugi, da Jacopo Giachetti, ultimo giocatore di un certo livello uscito dal vivaio della Pallacanestro Livorno, oggi playmaker della Lottomatica Roma (Virtus) con un contratto in scadenza nel 2011.
"TIRRENIA. Giallo, rosso e azzurro. Tre colori, una speranza. La speranza è quella di Jacopo Giachetti, playmaker, classe 1983, uno degli ultimi talenti prodotti dalla scuola livornese. Giachetti ha appena concluso il ritiro di quattro giorni della Lottomatica Roma al centro Coni di Tirrenia, una clausura voluta dal nuovo coach Boniciolli per ritrovarsi e fare gruppo alle porte di un 2010 che vedrà il basket della Capitale impegnato in una rincorsa in apnea su tutti i fronti.I fatti. «Dopo un buon inizio di stagione - dice Giachetti - abbiamo avuto un periodo terribile, otto sconfitte consecutive fra campionato ed Eurolega. Un filotto che ci ha tagliato le gambe, portandoci in un tunnel a due punti dalla zona retrocessione. La sosta di fine anno, dunque, la usiamo per lavorare e soprattutto per rialzare la testa, il ritiro di Tirrenia è nato in questa ottica. L'esordio del nuovo coach è coinciso col blitz di Varese, ma è solo un brodino, il bilancio parziale della Lottomatica non può che essere negativo: non è possibile perdere in casa contro Avellino e Teramo, non va bene».Gli obiettivi. "Jaco" ha un'idea fissa: «Andare alle final eight di Coppa Italia, possibili soltanto vincendo tutte le ultime quattro partite del girone di andata. E poi entrare nei playoff da una griglia decorosa, cercando di arrivare il più in alto possibile».Il bilancio. Giachetti, figlio del vivaio Pallacanestro Livorno, calpesta i parquet di alto livello dal 1999: Montecatini, quattro anni a Livorno, sei stagioni a Roma e un contratto in corso fino al 2011. «Ho la fortuna di vivere e giocare in una città splendida, in una società seria, gestita da un presidente che investe, con un grande staff e ottimi compagni di squadra. Il mio bilancio di questi anni in giallorosso è positivo, peccato che non sia arrivato un trofeo. Nel 2006 ci siamo andati vicinissimi, perdendo la Coppa Italia ai supplementari contro Napoli. Oggi il basket italiano sta vivendo sotto l'egemonia di Siena, ma è fisiologico che il periodo d'oro del Montepaschi prima o poi finirà. E noi dovremo farci trovare pronti».
Il cambio di timone. «Boniciolli ha trovato una squadra che aveva perso un po' di brillantezza fisica: campionato ed Eurolega ci avevano tolto il tempo per allenarci bene. Il ritiro di Tirrenia serve anche per riprendere una condizione atletica ottimale, oltre che a conoscere le idee tattiche del nuovo coach».Giachetti story. 11 minuti e 3.8 punti di media. Cifre un po' avare per un play del giro azzurro. «La Lottomatica - dice - è una squadra lunghissima, con dodici giocatori intercambiabili e ognuno deve portare il suo mattone. All'inizio avevo più spazio, poi sono un po' calato e ora sto lavorando duramente per riconquistare la fiducia del coach e dei compagni».La Nazionale. «Il disastro estivo e la mancata presenza agli Europei in Polonia hanno portato a un cambio di ct, Pianigiani al posto di Recalcati. Ora tocca ai giocatori italiani dare un segnale forte: il materiale umano esiste, non possiamo permetterci di non andare agli Europei e di non imporci nei propri club. Roma ad esempio ha investito su gran parte della Nazionale, ha sei italiani veri (io, Crosariol, Datome, Gigli, Tonolli, Vitali), il nostro presidente Claudio Toti crede in questa politica. Sta a noi ripagarlo».Il 2010. «Sul piano personale - dice Giachetti - voglio trovare un po' di soddisfazioni professionali per dare un senso al lavoro che faccio. E più in generale chiedo che la gente ritrovi un po' di fiducia e di soldi. Noi siamo dei privilegiati, ci pagano bene per fare una cosa che ci diverte, ma in Italia le fabbriche chiudono, tanti operai perdono il posto di lavoro, le famiglie vanno in crisi. Ogni mattina che ci alziamo dal letto noi giocatori dobbiamo sentirci fortunati».La Toscana. «Siena è un'isola felice - chiosa Giachetti - Pistoia naviga in Legadue, mentre Montecatini fatica in A dilettanti e soprattutto la mia Livorno è sparita dall'atlante dei canestri. Un dispiacere enorme, perché stiamo parlando di una piazza storica, dove c'erano un grande pubblico, un'atmosfera speciale, tutti ci ricordano con piacere e nostalgia. Il rilancio? Partire da una società pulita, senza debiti, facendo il campionato che ti puoi permettere. Senza pazzie, perché poi la resa dei conti arriva e finisci di nuovo nel burrone. Servono un programma serio e qualche appassionato disposto a investire soldi in un progetto. Spero di non sognare»".

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